
Con il termine cervicalgia si intende un dolore localizzato nella zona cervicale del rachide. Può avere molteplici cause: colpi di frusta, ernie cervicali, problematiche del sistema muscolare (contratture), artrosi del tratto cervicale, alterazioni posturali che causano squilibrio dei muscoli della colonna, lesioni traumatiche.
I muscoli del rachide cervicale vengono sottoposti a stress notevoli in tutti i lavori che richiedano di passare molte ore seduti alla scrivania, oppure se trascorriamo molto tempo ad usare smartphone o tablet, tant’è che è stato inventato ad hoc il termine di text neck (collo da messaggio).
SINTOMI
Il dolore si manifesta nei movimenti di flesso- estensione e più frequentemente rotazione o inclinazione del capo (uno dei primi segni dell’artrosi è il dolore riferito all’atto di girarsi per guidare in retromarcia). Il dolore può presentarsi anche al risveglio al mattino.
Le condizioni dolorose del rachide cervicale possono essere inoltre associate anche a brachialgia e intorpidimento o formicolio dell’arto superiore (segni che indicano la presenza di una compressione radicolare). Talvolta la cervicalgia può essere associata a cefalea.
Oltre al dolore possono essere presenti limitazioni articolari (difficoltà nei vari movimenti di testa e collo).
DIAGNOSI
La diagnosi mira a comprendere il problema che causa la cervicalgia: a questo proposito possono essere utili RX, RMN o TAC. Fondamentale un’accurata valutazione fisioterapica e anamnestica per evidenziare dolore (in localizzazione, intensità e frequenza) e limitazioni articolari.
TRATTAMENTO
Nelle cervicalgie la fisioterapia è decisamente la soluzione a cui si ricorre più frequentemente con ottimi risultati.
Gli obiettivi della fisioterapia possono essere molteplici: alleviare le contratture muscolari, ridurre l’infiammazione, correggere la postura ed eliminare le limitazioni articolari.
Per ridurre dolore e limitazione articolare è possibile nel corso delle varie sedute:
-ricorrere ai mezzi fisici (tecar, tens);
-effettuare pompage o massoterapia della muscolatura del rachide, in particolare paravertebrali e trapezi;
-utilizzare la terapia manuale;
-somministrare esercizi terapeutici (stimolando il paziente ad effettuare anche autonomamente gli esercizi con cadenza quotidiana, anche e soprattutto per la fase di mantenimento);
-applicare il tape neuromuscolare.


Per correggere la postura si ricorre invece alla ginnastica posturale, con esercizi specifici di allungamento del tratto cervicale o degli altri distretti della colonna in cui si evidenziano maggiori rigidità.
Per quanto concerne la terapia farmacologica, possono essere prescritti dei FANS per ridurre dolore o infiammazione, anche in associazione all’intervento fisioterapico.
L’intervento chirurgico è limitato solo a una casistica molto ristretta, tra cui citiamo: ernie che non rispondono al trattamento conservativo, torcicollo spasmodico (che talvolta risponde bene al trattamento con tossina botulinica), tumori.